domenica 24 luglio 2016

La psicoterapia sull'ansia funziona più che i farmaci...


Si chiama “Disturbo da ansia generalizzata” ed è quella forma di ansia persistente, difficile da controllare, che rende costantemente preoccupati, anche quando non ci sarebbero motivi. Alla preoccupazione si associano spesso irritabilità e sintomi somatici, quali la sensazione di stanchezza e la tensione muscolare.

Caratteristiche di un disturbo persistente
Diversi studi hanno dimostrato che questo disturbo è più frequente in chi ha avuto difficili esperienze in età infantile e tra le persone che hanno la tendenza a mostrarsi timide e inibite di fronte alla nuove situazioni. La persona ansiosa osserva l’ambiente circostante alla continua ricerca di possibili segnali di pericolo, di minacce incombenti. Si preoccupa a dismisura quando c’è da risolvere un problema, ha difficoltà a tollerare le situazioni di ambiguità e incertezza, è oppressa dalla sensazione di mancato controllo. Si tratta di un disturbo che può persistere ma che si può anche superare, seppure con un certo rischio di ricaduta: una ricerca pubblicata sull’American Journal of Psychiatry indica che il 60% delle persone ne soffre ancora dopo 12 anni dalla prima rilevazione; del 40% che lo ha superato, circa la metà torna a essere nuovamente preda dell’ansia nel giro di altri 12 anni. Il decorso è più protratto tra le persone che hanno iniziato ad avere già da molto giovani i primi sintomi dell’ansia. Si tratta dei casi nei quali è più facile che si associno a questa condizione anche altri disturbi psichici, come la depressione, disturbi d’ansia ulteriori legati a specifiche condizioni di vita, e l’uso di sostanze.
 
Per l’ansia cronica grandi risultati con la psicoterapia
A fronte di un’ansia tendenzialmente cronica, si cerca di ricorrere il meno possibile ai farmaci ansiolitici, più indicati per il trattamento di forme acute e transitorie. L’obiettivo diventa puntare su una psicoterapia. «Gli ansiolitici, come le benzodiazepine, possono indurre dipendenza e assuefazione, con il risultato che nel tempo il paziente può aumentarne la dose nel tentativo di ricercare gli stessi effetti. E quando il farmaco viene sospeso di solito l’ansia torna a salire — dice il dottor Paolo Migone, psicoterapeuta, condirettore della rivista Psicoterapia e Scienze Umane —. Possono essere usate con qualche beneficio altre classi di farmaci, ad esempio certi antidepressivi, che a volte agiscono anche contro l’ansia, ma per ottenere risultati migliori non si può prescindere da una psicoterapia. Durante le sedute si cerca di comprendere se nella vita del paziente vi sono motivi alla base della sua ansia, e lo si fa in una situazione di sicurezza e rilassamento all’interno della relazione terapeutica». «Vi sono vari approcci psicoterapici per l’ansia generalizzata, — prosegue Migone — molti dei quali sono diffusi anche in Italia, dove operano psicoterapeuti di orientamenti diversi. Dalla ricerca in psicoterapia risulta una maggior efficacia delle terapie cognitivo-comportamentali, si può affermare senz’altro, dati alla mano, che la psicoterapia è efficace nel trattamento dell’ansia più di quanto siano efficaci i farmaci antidepressivi nel trattamento della depressione».
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Fonte: http://www.corriere.it/



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